IL GUSTO DEL VINO

Il vino è l'inchiostro, non il sangue della terra; la cantina una prosecuzione ideale della propria libreria, o raccolta di dischi, di quadri, di altre espressioni dell’umana creatività. Ogni bottiglia di vino racconta del luogo da cui proviene, dell’uva di cui è fatto, del tempo in cui è nato, delle mani che gli hanno dato forma. Per questo leggere e pensare i propri libri o altri artefattii più amati è la migliore scuola di degustazione che possa esistere. In realtà, non ce n'è altra. Degustare buon vino è l’occasione di ravvivare nei sensi e portare più lontano, più in profondità nella mente il seme della propria cultura, della propria comprensione delle cose e degli uomini. Bere buon vino significa presentarsi al cospetto insieme severo e beffardo, illuminante e disorientante degli dei dell’ebbrezza. Dioniso dalle sembianze di fauno gentile, Prometeo incatenato dal proprio desiderio di libertà e sapere, Lucifero prima angelo e dopo demone, sono tutte immagini che raccontano e partecipano dell’essenza doppia del vino. Le sottili scaglie di colori, aromi, gusti e forme che si sprigionano da un bicchiere di buon vino chiedono di essere ascoltate, ed impognono di resistere alla voce bruta dell’alcool, imbrigliandone e dosandone la potenza liberatrice. E’ per questo che il vino, solo fra le mille altre bevande alcoliche prodotte dall’uomo, è capace di superare le barriere del conformismo e dell’ipocrisia senza cancellare la coscienza, permettendo di portare alla luce il proprio pensiero nella sua interezza e nella sua integrità. E’ questo che significa che nel vino c’è la verità, ed per questo che non ha senso bere da soli.”