Non intendo fare un discorso dotto sui filosofi di cui parlo, ma semplicemente comunicarne il pensiero, ricorrendo, a volte, ad esempi del tutto personali. Questo non toglie che il pensiero che racconto sia suo e non mio, come del resto succede nella vita quotidiana, in cui tutti viviamo un pensiero che non è stato inventato da noi. Siamo cartesiani o kantiani, idealisti o positivisti, liberali o marxisti senza essere né Cartesio, né Kant, né Marx, né Hegel, né Comte o Locke.
I giovani in particolare vivono Hegel o Marx, Sartre o Camus, come se il mondo fosse nato idealista o marxista, sartriano o cristiano. Probabilmente anche quelli che sono stati giovani prima di noi hanno pensato che il mondo sia nato socialista o democristiano, occidentale o orientale, cristiano o islamico, buddista o induista.
Il mondo ha assunto, di epoca in epoca, di generazioni in
generazioni, la forma dei suoi protagonisti, la forma di quelli che,
elevandosi sugli altri, hanno detto che il mondo è cristiano, marxista o liberale.
A mettere in crisi queste concezioni sono stati gli esistenzialisti, come Jean Paul Sartre, che hanno scoperto che l’uomo non ha alcun senso e che il futuro, fatto di parole e di idee, è una nostra invenzione.
Noi siamo ciò che vogliamo essere.
Senza alcun fondamento.