A LELLA
Nell’assolata domenica di 29 novembre, l’Angelo della morte, cara sorellona, ti ha rapita… e pensare che tra 18 giorni avresti compiuto 72 anni.
Sembra una beffa del destino, ricordi la gioia che provavi a scartare i regali di compleanno?
Ma ora che sei approdata tra la schiera dei beati, l’età non conta più.
Sei solo una minuscola fiammella nelle sapienti mani di Dio, un lume che brillerà in eterno nell’incensato Paradiso.
Sei come una lucciola che con la sua piccola ma intensa colorata lanterna, esplorerà senza sosta spazi celesti infiniti, alla ricerca delle anime a te care: mamma Celeste, papà Ambrogio e tuo marito Ubaldo.
Vivrai una favola senza fine, all’insegna della gioia perenne!
Ora sono qui da te, e ti guardo stesa nella bara.
Hai un’espressione serena sul viso.
Accarezzo il tuo capo freddo, una sensazione di pace mi pervade, mentre il cuore recita una preghiera. Poi i ricordi affollano la mente, ed uno in particolare riaffiora inumidendomi gli occhi.
Ti parlo:
“Sai tra poco è Natale. Ricordi quando eravamo piccoli, ricordi quella memorabile Vigilia? Uscimmo dalla camera, indossando i pigiami. Scendemmo le fredde scale, e quatti quatti ci nascondemmo sotto al tavolo della cucina, l’unico locale riscaldato da una bella stufa economica a legna. Eravamo sotto quella lunga tovaglia rossa con tante stelline gialle, un’improvvisata capanna che ci permetteva di stare ben nascosti. Due complici, col ditino indice posato sul labbro, che facevano sss! Due sorrisi da bimbi birichini!
Avevamo deciso di scoprire se i regali li portava Babbo Natale o mamma e papà.
Di lì a poco entrarono mamma e papà con tanti pacchetti natalizi. Li disposero con cura sotto l’albero.
Ma forse Babbo Natale fece la spia, perché papà sollevò lentamente un lembo della tovaglia e ci scoprì… sorpresa!
Non ricordo esattamente la nostra reazione, ma suppongo d’essere diventato paonazzo e di aver balbettato incomprensibili scuse.
La mamma sorrise comprensiva, e noi piombammo felici sui doni.
Ma la prima fila di pacchetti dorati conteneva scatole vuote…
Papà con voce un po’ ironica e al contempo un po’ seriosa, ci disse che quelle scatole rappresentavano i giorni in cui noi eravamo stati troppo monelli…
Ci fu un attimo di sconforto e gli occhi si riempirono di lacrime da coccodrillo, infatti scomparvero in un battibaleno nel momento in cui aprimmo gli altri pacchi, e trovammo i doni che avevamo chiesto nella lettera a Babbo Natale. Ti ricordi Lella il profumo che c’era quella notte? Quella buccia d’arancia posata sulla stufa emana ancora la sua essenza…”
Ciao sorellona!
Tuo fratello per sempre, Vittorio