L'editore - SULLA VIA FRANCIGENA

L’autore di questo libro mi confessa di sentirsi a disagio quando lo si chiama pellegrino perché il pellegrinaggio porta ad una meta che è simbolo di salvezza o di perfezionamento e chi lo affronta benedice ogni giorno di cammino perché si avvicina a quella che più ardentemente brama di raggiungere. Al contrario, l’autore dice di mettersi in viaggio come uno che è sempre in attesa di essere sorpreso da ogni cosa che possa capitare sulla strada: un incontro, una frase colta al volo, l’emozione di una vista, l’atmosfera di un luogo. Come un paziente cercatore muove gli occhi per scoprire il dettaglio cromatico che ravviva uno scorcio oppure si lascia incantare dai larghi profondi orizzonti che hanno il respiro della libertà; in un centro abitato non c’è monumento o lapide o iscrizione che egli ignori come se la sosta gli venga imposta da quelli che continuano a vivere nella memoria da quegli oggetti custodita. Se qualcosa gli sfugge si rammarica come per una perdita irrimediabile ma è entusiasta della scoperta più inattesa e casuale. Tuttavia, questo giornale di cammino non è solo il resoconto di un curioso cercatore ma anche lo specchio in cui si riflette per quello che è e vuol far apparire, un uomo che il passare degli anni ha forse reso troppo arrendevole al fascino delle mutevoli colorate apparenze del mondo.

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